Che cos’è un attore? A che serve un attore? E’ talento o bugia? Un artista, uno sciamano, o banalmente un intrattenitore, un istrione? Inspiration o transpiration? Come fa un attore ad entrare nel personaggio? Ma poi si entra davvero? E si esce, qualche volta? C’è un metodo, o è un trucco da quattro soldi? Mamet mette in scena una educazione teatrale che non è così lontana da quella sentimentale. Pone a confronto due generazioni di attori, un giovane al principio di un percorso, chissà se luminoso o oscuro, e un attore maturo, che nel bene o nel male ha già fatto e dato tutto quello che poteva. Si ritrovano da soli, in teatro, la sera, quando quel posto creato per accogliere persone diventa vuoto e silenzioso… oppure li spiamo durante alcune prove e letture, e infine li vediamo alla prova col loro mestiere. Ma loro, e questo è un aspetto da non sottovalutare, non le giudicano, non le trattano con sufficienza: anzi al contrario mettono tutta la loro umanità al servizio di quel repertorio. A quelle finzioni si dedicano con tutta la verità che posseggono