Li Quatrini

La scelta di adattare una sceneggiatura cinematografica di Pier Paolo Pasolini per il teatro viene dalla consapevolezza che i ritmi e lo stile di uno script per il cinema, carichi però dei temi e dei nodi centrali della poetica pasoliniana, meglio si adattassero ad una messa in scena attuale e contemporanea. Lo sguardo esterno e assolutamente neutro con il quale Pasolini spesso dipinge le vicende che riguardano il sottoproletariato, è restituito dalla scelta di far agire gli attori su di una scenografia e con degli oggetti presi tra i rifiuti, scarti di una società opulenta che è obiettivo e fine di tutte le loro scorribande. La recitazione per scelta è asciutta, vive i diversi ambienti che vengono creati con pochi elementi rendendo tutto sempre verosimile e lasciando esclusivamente allo spettatore, la consapevolezza che nonostante le ambizioni di riscatto sociale, i protagonisti si muovono tra, e per, cose di poco conto. Un aspetto voyeuristico che rispecchia il modo in cui Pasolini osservava la vita nelle borgate che tanto ha stimolato lo sviluppo del suo pensiero poetico e della sua produzione artistica